Ecco un altro mio testo, che ha una decina d’anni, che avevo portato un po’ in giro con i Dulcamara, quando ancora facevo finta di suonare e di cantare.
Mi è tornato in mente oggi nella ricorrenza dell’8 marzo, eccolo qui senza pretese.
La Sposa Bambina
Mani mulatte,
bracciali di rame,
due veli l’avvolgono;
la sposa bambina
che sposa una vita
che altri per lei scelgono.
E’ un giorno di festa giù al campo
è un giorno che non scorderà,
bastan due mani e un anello
per ogni brutalità.
E’ un giorno di festa giù al campo
è un giorno che non scorderà,
bastan due mani soltanto
per violare la sua intimità.
Ma le sue dita
avevano già
conosciuto l’amore sacro;
in un campo di grano
un cugino lontano
aveva accarezzato.
E’ un giorno di festa giù al campo
è un giorno che non scorderà,
bastan due mani e un anello
per ogni brutalità.
E’ un giorno di festa.…
I suoi occhi neri,
profondi come pozzi,
nel cielo lo cercano
e le gocce di pioggia
che bagnano i pazzi
oggi li riempiono.
PS: L’immagine qui sopra è di una campagna di Amnesty in proposito; sostenete Amnesty quando potete. Quella qui in alto è un quadro di Vincent Van Gogh.