Rialziamoci insieme

La batosta è stata sonora, i risultati complessivi per il centro sinistra in comune sono peggiori rispetto a quelli del 2015.
Il partito democratico non ha recuperato i voti della lista Casson del 2015 e gli altri partiti della coalizione hanno fatto poca cosa (anche i 5 stelle, con cui il PD è attualmente alleato al governo, si sono molto ridimensionati).

Va fatta quindi una forte autocritica nel PD (e in tutto il centrosinistra) per ripartire in modo propositivo.

Il partito democratico sconta a livello locale il livello nazionale in positivo, ma soprattutto in negativo (ad esempio comprendo e mi ritrovo in un elettore che fatichi a votare PD dopo il rifinanziamento della guardia costiera libica), su questo bisogna far capire che il locale è altra cosa, ma non è semplice.

Nel tempo si è creata una distanza tra i cittadini e il partito (i partiti), la percezione che ne hanno i cittadini in genere non è positiva e penso si possa riassumere così: molta autoreferenzialità, lotte interne e stanze dei bottoni, poca propositività e proattività, linguaggi distanti e spesso di difficile comprensione per il cittadino, sempre le stesse persone, troppa analisi e poca pratica. Su questi temi ha giocato e ha saputo inserirsi per contrasto il rinnovato sindaco.

Lo scontare il nazionale e la distanza devono essere superati e l’unico modo per farlo può essere a mio avviso dato dalla combinazione di tre aspetti:

Il primo una presenza costante nel territorio, l’essere riconoscibili e riconosciuti, partecipi e vicini ai cittadini in modo da non andare semplicemente a traino del simbolo e della sua popolarità/notorietà nazionale, ma riempire il simbolo di volti e narrazioni locali.

Il secondo un’apertura reale e continua di un dialogo con i cittadini e perseguire una volontà di far entrare nel partito forze nuove, persone con competenze e formazioni specifiche e/o giovani, ma soprattutto con voglia di contribuire. Non si può tentare di recuperare i rapporti con i cittadini in due mesi di campagna elettorale, non basta, l’abbiamo visto.

Il terzo una nuova immagine fresca e propositiva, che deve andare di pari passo con nuove modalità di lavoro più agili e focalizzate agli obiettivi nei circoli, più inclusive e partecipate nei territori e che mettano fianco a fianco cittadini e iscritti. Sfruttiamo le tecnologie, comunichiamo e facciamo rete on-line, ma non trascuriamo la parte off-line, non dimentichiamoci i rapporti umani.

Penso che su tutti i punti precedenti si sia lavorato in campagna elettorale, certo è stata una campagna elettorale strana, partita tardi, ma è stata appassionante, ha liberato idee ed energie, e soprattutto ha dato il via a un processo di ravvicinamento dei cittadini e innescato molte relazioni.

Dobbiamo ripartire da qui, dall’energia della campagna elettorale, da eletti, non eletti e iscritti che si sono spesi e ci hanno messo la faccia (molti anche per la prima volta), ma anche dalle persone che sono riusciti a coinvolgere, convincere e intercettare.

Dobbiamo ripartire presto, finché le ferite bruciano ancora e ci sono molti che non vogliono rassegnarsi a credere che sia tutto perduto.
Ripartiamo dalla delusione, ma anche dallo slancio della campagna elettorale.
Mettiamo da parte i personalismi, le correnti e i paletti ideologici, facciamo un passo indietro per poi poter saltare insieme più in alto.

Rialziamoci insieme, (ri)costruiamo un’alternativa, a partire da quanto di buono c’è già, insieme.

Ps: nel frattempo chi volesse contattarmi per dire ci sono e voglio partecipare attivamente, può farlo alla mail paoloticozzi2020@gmail.com e/o qui su facebook tramite un messaggino o un commento a questo post.